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PG 86743/2021 Interrogazione in merito alla GOGNA PUBBLICA DONNE STRANIERE – 32° graduatoria ERP
Consigliera Anna Ferraresi
Ferrara 15/07/2021
PG 86743/2021
Al Sig. Sindaco Comune di Ferrara
e p.c. Al Presidente Consiglio Comunale di Ferrara
Oggetto: |
Interrogazione in merito alla GOGNA PUBBLICA DONNE STRANIERE – 32° graduatoria ERP |
PREMESSO CHE
- il Tribunale civile di Ferrara mercoledì 7 luglio, ha dichiarato l’illegittimità del nuovo Regolamento per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP- delibera n° 5 P.G. 7132/2020), accogliendo i ricorsi di ASGI (Associazione studi giuridici sull'immigrazione) e di due donne straniere, finite al 342/o e 680/o posto nella graduatoria che aveva visto le prime 157 posizioni occupate da italiani;
- il Giudice ha ritenuto le regole adottate dalla giunta leghista DISCRIMINATORIE, pertanto la trentaduesima graduatoria è da rifare;
- la sentenza ha infatti stabilito che il regolamento sull’assegnazione vigente a Ferrara dovrà essere modificato in virtù del principio di equità sociale, eliminando il criterio della residenzialità storica (requisito a favore di chi fosse residente nel comune di Ferrara da almeno 3 anni) e la certificazione di non possedere altri immobili richiesta agli stranieri, ritenuti incostituzionali;
- oltre all’obbligo di ristabilire un principio di assegnazione degli alloggi popolari più equo, il Comune di Ferrara dovrà provvedere al risarcimento delle spese legali per un ammontare di oltre 10mila euro;
CONSIDERATO CHE
- Sulla pagina social -Alan Fabbri Sindaco di Ferrara – in data 07 luglio 2021 viene pubblicato un post dove il Sindaco o chi per lui, se la prende con due cittadine straniere ricorrenti, citandole per NOME e COGNOME in cui si legge (si omettono i nominativi riportati per rispetto):
“
Se pensano di fermarmi si sbagliano di grosso. Quando due anni fa mi avete dato fiducia vi ho fatto una promessa: combatterò senza esitazioni per questa città e per i ferraresi.
Io credo di aver mantenuto quella parola. Sono abituato agli attacchi perché molto spesso sono stato un pioniere della politica, soprattutto sul tema delle case popolari, quando già a Bondeno applicavo il principio della residenzialità storica e quando, alla guida del gruppo Lega in Regione, riuscivamo a far introdurre il requisito minimo dei 3 anni di residenza su tutto il territorio regionale. Grazie al nostro nuovo regolamento, che assegna un punteggio maggiore a chi da più tempo risiede sul territorio, a prescindere dalla sua nazionalità, le prime 157 famiglie in graduatoria sono italiane, storiche e in difficoltà. Di queste, a circa 80 famiglie abbiamo già assegnato una nuova casa e per noi è già una bella conquista rispetto al passato. Ne andiamo orgogliosi. La nuova sentenza del tribunale di Ferrara, però, ci ordina di rivedere un regolamento che, nei fatti, non ha discriminato nessuno, ma valorizzato chi improvvisamente si è trovato in una condizione di forte disagio economico, pur avendo sempre contribuito al welfare della città, concedendo generosamente servizi anche a chi è arrivato solo ieri, magari clandestinamente. Mentre queste persone erano aiutate con altri “percorsi”, che conosciamo purtroppo bene, molti italiani chiudevano la propria attività a causa delle restrizioni COVID e altri perdevano il lavoro. Ecco come queste persone, che abbiamo aiutato e continuiamo ad aiutare, ripagano la generosità dei ferraresi.
NOME - COGNOME e NOME -COGNOME (TUTTO IN LETTERE MAIUSCOLE) supportate da alcuni sindacati, hanno fatto un ricorso.
Pensate che una di queste non rispetta nemmeno il requisito di 3 anni di residenza della Regione Emilia Romagna. Ma pretende un alloggio popolare. Sì, perché dopo anni di Partito Democratico non vedono più l’ingiusta graduatoria che, nei fatti e nei numeri, ha sempre penalizzato e discriminato ferraresi e italiani. La fiducia nella magistratura resta, ma il giudice faccia il giudice nella sua aula di tribunale, io continuerò a fare il sindaco in strada, ascoltando quotidianamente i bisogni reali dei cittadini e agendo con buonsenso. So che siete in tanti con me in questa battaglia e per questo non mi fermerò. Andremo avanti e resisteremo in giudizio fino all’ultimo grado. Ce lo chiedono troppe famiglie che aspettano di riottenere dignità ed equità.”
- Il post ha ricevuto ad oggi 15luglio 2021 : 5.934 like, 1181 commenti e soprattutto 460 condivisioni ;
- una delle due persone messe alla pubblica gogna con tanto di nome e cognome (TUTTO IN LETTERE MAIUSCOLE) per avere avuto il “torto” di aver ragione, è una donna di 42 pakistana che si trova in difficilissime condizioni di disagio abitativo, economico e sociale;
- è una mamma di due cittadini italiani che a differenza di ciò che dichiara il Sindaco, NON GODE E NON HA MAI GODUTO dei servizi sociali del Comune di Ferrara, non è stata aiutata dai sindacati e ha la necessità di massima tutela e protezione per la situazione delicata in cui si trova;
La sua storia integrale è raccontata su Estense.com:
https://www.estense.com/?p=918599 di cui si riassume i passaggi salienti:
“Lei è sposata con un connazionale con cittadinanza italiana e hanno due figli. Nel 2018 la situazione affettiva dei coniugi precipita. In estate lui la porta insieme ai bambini in Pakistan, e si fermano dal fratello di lei.
Il marito la abbandona, sparisce con i documenti suoi (lei era titolare di una carta di soggiorno senza limitazione di scadenza e non ha più ricevuto il rinnovo di tale documento) e dei figli (cittadini italiani) e si porta dietro tutti i suoi risparmi e la dote di matrimonio.
Senza soldi e senza documenti, disperata si rivolge all’Ambasciata Italiana, ma non riesce ad ottenere il duplicato dei documenti dei figli in quanto serve il consenso del padre che non risponde. Riesce ad ottenere per sé stessa il duplicato del passaporto pakistano e torna nel comune di residenza in Italia, dove sporge denuncia ai carabinieri.
I parenti del marito scoprono che è tornata in Italia per cui è costretta a fuggire e viene accolta dall’associazione umanitaria PortAmico che contatta il Centro Donna Giustizia di Ferrara.
“La donna viene ospitata in un centro ed entra in un programma di alta protezione”.
La vicenda si sblocca e a inizio giugno 2020 quando finalmente dopo la mediazione delle associazioni umanitarie, l’intervento del Ministero degli Esteri, l’interessamento della Presidenza della Repubblica e della Farnesina, i due bambini arrivano in Italia e possono riabbracciare la madre. Per due anni questi bambini non sono andati a scuola e non hanno goduto di assistenza sanitaria.
Al momento risulta titolare di permesso di soggiorno e, ricordiamo non più carta di soggiorno, per motivi familiari con richiesta di rinnovo in corso. Ma non essendo in Emilia-Romagna da almeno tre anni, oltre che per i requisiti dell’impossidenza richiesta dalla giunta Fabbri, si classifica al 680º posto. La domanda risultava, inoltre, ammessa con riserva. “
La signora ha presentato all’ACER i documenti di non possidenza di suoi beni in Pakistan.
TENUTO CONTO CHE
- Il diritto alla riservatezza tutela l'ambizione di ogni individuo a che i fatti della sua sfera privata non siano resi pubblici;
- nel nostro ordinamento giuridico, il diritto alla riservatezza ha trovato pieno riconoscimento dapprima da parte della giurisprudenza, e successivamente – sotto il profilo della raccolta e della utilizzazione di dati personali - è stato disciplinato con leggi, da ultimo raccolte in un Codice (approvato con D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196);
- il trattamento dei dati personali deve avvenire nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dell'interessato, con particolare riferimento alla riservatezza, all'identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali;
- il concetto di oblio non esiste su Internet. I dati, una volta pubblicati, possono rimanerci letteralmente per sempre – anche se la persona interessata li ha cancellati dal sito "originario", possono esisterne copie presso soggetti terzi;
Per quanto esposto in premessa, la sottoscritta Anna Ferraresi, in veste di Consigliera Comunale appartenente al Gruppo Misto, ancora una volta testimone di
comportamenti contrari ai diritti umanitari sanciti dalla Costituzione, di posizioni di sfida e non rispetto nei confronti della Magistratura, di atteggiamenti sprezzanti nei confronti dei più deboli,
INTERROGA IL SINDACO, L’ASS. ALLE POLITICHE SOCIALI e l’ASS. ALLE PARI OPPORTUNITA’ PER SAPERE:
- se la granitica opposizione alla Magistratura, sia una volontà politica da perseguire nonostante i reiterati fallimenti delle scelte dell’amministrazione (vedi Buoni Spesa ), che si rifletteranno negativamente sull’intera comunità ferrarese ;
- se la pubblicazione di nome e cognome di una donna che avrebbe dovuto mimetizzarsi per proteggersi da pericoli tangibili, le dà il diritto in quanto Sindaco di esimersi dalle responsabilità di metterla alla pubblica gogna;
- quali sono le posizioni in merito a questa vicenda dell’Assessora Cristina Coletti e dell’Assessora alle Pari Opportunità Dorota Kusiak , ricordando che è stata calpestata la dignità di un essere umano, di una donna, di una mamma, di una persona in grave difficoltà.
Si richiede risposta scritta
Anna Ferraresi
Consigliera Comunale
Gruppo Misto